Per il suo progetto sceglie un nome tanto semplice quanto essenziale – réva in slavo significa uva – e lo affida a tre giovani enologi piemontesi, tutti con un’invidiabile background professionale (al servizio di Elvio Cogno, Vajra, Oddero…), lasciando loro un ampio margine di autonomia e ricerca. Perché uno e non tre? Per garantire un flusso di lavoro continuo, un dialogo costante tra le varie fasi di produzione. Poi, ovviamente, nel tempo ciascuno si è specializzato: Gianluca Colombo si occupa più strettamente della Cantina. Gabriele coordina i ragazzi in vigna, mentre Daniele Gaia è alla direzione commerciale.
Ossequio alla tradizione sì, ma quanto basta per essere liberi di sperimentare. Fondata soltanto pochi anni fa, la Cantina Réva di Monforte d’Alba ha già avuto modo di far parlare di sé e sembra avere molto altro da dire.
Réva racconta la storia dell’imprenditore ceco Miroslav Lekes, wine merchant e collezionista di vini di prestigio, che nel 2012 si innamora di questo angolo di Langhe e decide di fare il grande salto, diventando produttore.
Nei nove ettari vitati tutto è volto alla valorizzazione delle uve tipiche del territorio, dal Dolcetto alla Barbera, fino al grande Nebbiolo. L’approccio è sostenibile e la produzione certificata biologica (dal 2018). La selezione delle uve viene realizzata in tre momenti: il diradamento verde in campo, la vendemmia effettuata da mani esperte e la cernita in cantina, dove si è deciso di vinificare in maniera tradizionale, con lunghe macerazioni, ma optando per fermentazioni a basse temperature (intorno ai 21-22° C), lieviti indigeni e affinamenti non invasivi in legno per permettere ai vini di esprimere eleganza e personalità.
Elegantemente granato il rosso che si svela alla vista. Il bouquet olfattivo è ricco e complesso, etereo e balsamico, sorretto da richiami alle more, alle ciliegie e ai lamponi, poi prezioso nei rimandi alla liquirizia, alle spezie, al tabacco e al cuoio. Pieno il corpo e rotondo il sorso, vellutata la trama tannica e lunga la persistenza.
Con la selvaggina incontra accostamenti perfetti. Da provare in abbinamento al cinghiale in salmì.
Si presenta alla vista di un bel rosso rubino, con delicati riflessi granata. Il bouquet olfattivo è impostato su note mature di frutta a bacca rossa, completate da sfumature di salvia, di petali di rosa e di tabacco. Pieno ed elegante il sorso, ben levigato nella trama tannica, avvolgente e profondo, di lunga persistenza.
Da stappare con le carni rosse, con la selvaggina o con i formaggi stagionati, è ottimo insieme al bollito misto alla piemontese.
Profondo e intenso il rosso rubino alla vista. L’impatto olfattivo è aromatico e pulito, ricco di sentori che ricordano la frutta rossa matura, la frutta candita e sotto spirito, e le spezie. L’assaggio è caldo e fresco nel contempo, scorrevole e di buon corpo, di buona lunghezza.
Da scegliere in accompagnamento alle portate a base di carne, è ottimo insieme con spuntature di maiale e polenta.
Si mostra al calice di un bel rosso rubino vivace, con sottili rimandi porpora. L’olfattiva è fresca e intrigante, fatta di sentori che ricordano le ciliegie rosse, le mandorle, il pepe e la lavanda. L’assaggio è ben bilanciato tra componente tannica e spalla acida, buono è il corpo e buona è anche la lunghezza.
Ottimo con la cucina del menu di terra, è perfetto in abbinamento agli agnolotti al sugo d’arrosto.
Rosso rubino il colore al calice, con unghia leggermente granata. Il naso è aperto da note floreali di petali di rosa, poi seguite da richiami alla frutta rossa e alle ciliegie mature in particolare. Sfumature speziate ben lavorate completano il quadro olfattivo. Il palato è perfetto nell’impostazione tannica, scorrevole e di buon corpo allo stesso tempo, lungo nella persistenza.
Da bere anche a tutto pasto quando le portate sono quelle a base di carne, è ottimo insieme alla trippa in umido.
Profilo sensoriale: note di pietra focaia si uniscono a note di frutto della passione, agrumi e salvia. In bocca è e fiero, scattante, fresco, dotato di possente trama acida.
Comune: Monforte d’Alba, Loc. San Sebastiano, Diano d’Alba
Superficie: 1,2 ha
Esposizione: sud, sud-est
Altitudine: 360-370 m
Vitigno: Sauvignon Blanc 50%, Sauvignon Gris 50%
Densità d’impianto: 4500 ceppi per ettaro
Tipo di vendemmia: raccolta manuale
Conformazione del suolo: calcareo-argilloso formazione di Lequio, alternato a mane edarenarie fossilifere, con tendenza all’elveziano
Vinificazione: dopo la vendemmia che avviene rigorosamente nelle prime ore del mattino, le uve vengono trasferite nelle celle frigorifere, dove rimarranno per 72 ore a 0°C. Seguirà una pressatura soffice e un contatto con le bucce di circa 8 ore. La vinificazione prosegue con un’ulteriore pressatura e una decantazione naturale. La fermentazione viene effettuata per il 30% in botti di 2, 3, 5 anni e per il 70% in vasche d’acciaio. A gennaio si procede con l’assemblaggio e il vino viene imbottigliato nel mese di marzo.
Potenziale d’invecchiamento: oltre 10 anni
Produzione: 6000 bottiglie